Il morbo di Dupuytren è una patologia degenerativa che coinvolge la
superficie palmare della mano. Questo quadro può essere riscontrato,
anche se me no frequentemente, a livello della regione plantare
(Ledderhose) e dei genitali maschili (La Perionye). Si tratta di una
fibromatosi, ossia dell’ispessimento con conseguente retrazione di uno
strato aponeurotico normalmente presente anatomicamente.
Non esiste una singola causa determinante
questa malattia, ed è più frequente negli uomini introno alla 5°-6°
decade. Nei pazienti molte volte è presente una familiarità, sebbene
fattori come il diabete, il fumo e i traumi penetranti sono stati
indicati spesso come elementi favorenti l’insorgenza di questo quadro.
Inizialmente si formano delle nodularità a
livello del palmo (stadio 0), ed il IV raggio è quello più coinvolto.
Nel tempo questi noduli formano una corda che tende a retrarsi con
flessione forzata del dito ed impossibilità ad estenderlo anche
passivamente. Esistono 4 stadi di gravità, secondo la classificazione di
Tubiana, e ognuno corrisponde ad una progressiva flessione del dito
(45°-90°-135°-180°).
La diagnosi di questa patologia è clinica,
non è necessario alcun esame strumentale.
Il trattamento è indicato a partire dallo
stadio I e consiste nel rimuovere o rompere il tessuto aponeurotico
coinvolto dalla patologia: può essere farmacologico (attualmente non
presente in Italia il farmaco tradizionalmente usato – in corso di
sperimentazione una nuova formulazione che sarà disponibile nel 2026) oppure chirurgico.
Tra le modalità chirurgiche esiste la cordotomia o l’aponeurectomia.
La cordotomia consiste nella rottura
meccanica della corda mediante un ago grazie al quale viene eseguita una
sezione della corda fino a causarne la rottura in uno o più punti tali
da favorire l’estensione del dito. Si esegue in anestesia locale e il
tessuto patologico non viene asportato.
L’aponeurectomia (radicale o selettiva)
consiste nell’asportazione del tessuto sede della malattia. 'intervento si esegue con tecnica mininvasiva (McCash) che consiste nel fare alcune incisioni trasversali su palmo o dita ed estrarre la corda, senza creare lunghe cicatrici a livello della regione palmare, in
anestesia locale (tecnica WALANT – Wide Awake Local Anesthesia No
Tourniquet) o plessica.
La recidiva è possibile utilizzando la
terapia farmacologica o la cordotomia ad ago. Con la tecnica chirurgica
invece la patologia può presentarsi a livello delle altre dita o in
altre zone del palmo non precedentemente coinvolte ma non a livello del
raggio operato.
Le complicanze più frequenti di questi
trattamenti sono l’ematoma e le lesioni nervose poiché il tessuto
aponeurotico patologico è adeso alle strutture vascolonervose che in
alcune zone sono anche dislocate e retratte.
Dopo l’intervento si applica un tutore
(stecca) per un paio di giorni poi il paziente intraprendere la
fisioterapia riabilitativa immediata (prima della rimozione dei punti)
per ridurre il rischio di edema e di aderenze post chirurgiche.
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